Molti pensano che la fotografia serva solo a fermare un istante, congelare un sorriso, catturare un’espressione. Ma chi ha avuto l’occasione di farsi fotografare davvero — e non semplicemente farsi fare due foto — sa che c’è molto, molto di più.
La fotografia non è solo tecnica, è ascolto e scoperta
Un bravo fotografo non si limita a gestire la luce o a trovare l’inquadratura giusta. È qualcuno capace di cogliere sfumature invisibili, anche a chi sta di fronte all’obiettivo. A volte, chi fotografa riesce a portare alla luce lati nascosti del carattere o momenti di vita che nemmeno il soggetto pensava di voler raccontare.
Ed è proprio questo, secondo me, il cuore del mio lavoro: non solo scattare fotografie, ma aiutare le persone a vedersi davvero.
Farsi fotografare è un percorso emotivo
Che si tratti di un book fotografico professionale, di uno shooting durante una sfilata di moda o di un ritratto aziendale, ogni sessione è anche un piccolo viaggio interiore.
Lo stesso vale per chi fotografa: ogni volta che impugno la macchina, so cosa devo fare… ma non so mai cosa proverò davvero. E sono proprio le emozioni — mie e di chi ho davanti — a guidarmi verso lo scatto perfetto.
Un’emozione che lascia il segno
Quando rivediamo una foto, soprattutto se ci riguarda, notiamo cose che a volte nella vita quotidiana ci sfuggono: una luce nello sguardo, un sorriso appena accennato, una malinconia che riaffiora.
E può capitare che dietro un’espressione felice ci sia una tristezza nascosta. O che un volto serio, apparentemente distaccato, nasconda occhi pieni di luce. È per questo che un’immagine può diventare uno specchio: non sempre ci dice solo com’eravamo, ma ci mostra come stavamo.
La fotografia come introspezione
Non è un’idea romantica o una suggestione da artista. Diversi studi, tra cui quelli del medico e psichiatra Massimo Lanzaro, confermano quanto la fotografia sia uno strumento utile per il benessere emotivo.
Lanzaro, ispirandosi agli studi di Jung, ha approfondito come la fotografia possa aiutare a esprimere emozioni represse, o addirittura portare alla luce conflitti interiori. In alcuni casi, osservare se stessi attraverso una serie di scatti può innescare un vero processo terapeutico.
E questo vale anche per i paesaggi.
Lasciare fluire i pensieri attraverso la natura
Ci sono luoghi — magari in Calabria, come racconta lo stesso Lanzaro — che ti tolgono il fiato, ma al tempo stesso ti riportano dentro te stesso. In quei momenti i pensieri fluiscono senza filtri. E se hai una macchina fotografica con te, può nascere qualcosa di potente: una connessione tra te e l’ambiente, tra il tuo stato d’animo e ciò che stai guardando.
Il book fotografico come strumento di consapevolezza
Tutti conoscono il book fotografico come mezzo per presentarsi a un’agenzia o costruire un’immagine professionale. Ma pochi lo vedono per quello che è anche realmente: un’occasione per guardarsi con occhi nuovi.
Non importa se si tratta di un book fotografico per modelli, di un book economico per chi vuole semplicemente un bel ricordo, o di un servizio fotografico in gravidanza per celebrare un momento speciale: ogni scatto racconta qualcosa.
E a volte racconta più di mille parole.
Guardarsi dentro attraverso uno scatto
La prossima volta che ti trovi davanti a una fotocamera, lasciati andare. Non pensare solo alla posa, all’abito o al lato migliore. Pensati come un’anima che si racconta, non solo un volto che si mostra. Scegli un fotografo che sappia vedere oltre l’obiettivo, e che sappia ascoltarti davvero.
Perché una foto ben fatta non è solo bella.
È vera.