Matrimonio, pronti, partenza, via! Oggi si parla di burocrazia, spinosa, antipatica ma purtroppo necessaria per poter organizzare il giorno più bello della vostra vita. Prima regola è considerare il tempo e anticipare il più possibile, un buon wedding planner vi aiuterà con i fiori, l’organizzazione della festa, la prenotazione della macchina e le altre tradizioni del matrimonio ma la parte che riguarda documenti e richiesta di permessi è purtroppo della coppia di fidanzati e bisogna rispettare i tempi indicati dalla legge e dagli uffici pubblici.
Congedo matrimoniale: come funziona
Per congedo matrimoniale si intende la possibilità di richiedere 15 giorni di permesso per sposarsi, questi 15 giorni comprendono il giorno delle nozze e dei suoi preparativi. Può essere usato anche per il viaggio di nozze, quello che c’è da sapere è che non toglie giorni di ferie, se come coppia riuscite a chiedere i giorni di ferie insieme potete usarle per il viaggio di nozze e usare i rimanenti 15 giorni anche per riposarvi o per finire di sistemare casa. La flessibilità è molta pur non uscendo dalle possibilità che la legge impone. Il congedo matrimoniale è stato introdotto nel 1937 con Regio Decreto legge numero 1334. La possibilità di chiedere questi giorni riguardava soltanto gli impiegati, negli anni successivi è stato esteso a tutti i lavoratori, compresi operai e collaboratori domestici.
La domanda al datore di lavoro
Le modalità di richiesta del congedo parentale sono simili per tutti i lavoratori ma ogni categoria, contratto collettivo o associazione professionale può presentare delle differenze. In generale, si parte con il presentare la domanda di congedo al proprio datore di lavoro (informatelo anticipatamente), indicate nella domanda i giorni di congedo. Si consiglia di consegnare la domanda di congedo matrimoniale almeno un mese o un mese e mezzo prima delle nozze. Ricordatevi che al rientro del periodo di congedo bisognerà provvedere a consegnare il certificato di matrimonio al proprio datore di lavoro entro 60 giorni dalla data delle nozze.
Il ruolo dell’Inps
Il periodo di congedo matrimoniale è retribuito come i normali giorni di lavoro, una parte la paga il datore di lavoro l’altra parte la retribuisce l’Inps con l’assegno di congedo parentale che adesso andremo a trattare. L’assegno per congedo parentale è un beneficio che spetta a tutti i lavoratori e viene erogato in occasione del congedo straordinario da usufruire nei 30 giorni successivi alle nozze. Nel sito Inps vengono spiegate le diverse retribuzioni a seconda della situazione lavorativa o della categoria professionale. Ad esempio, l’assegno copre sette giorni di retribuzione per operai, apprendisti e lavoratori a domicilio. Otto giornate di salario medio giornaliero per i marittimi e così via. Ricevono l’assegno anche chi lavora con contratto part-tima. Il contributo è cumulabile con l’indennità INAIL per infortunio sul lavoro ma non con le prestazioni di malattia, maternità, cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Il contributo non incide sull’assegno per il nucleo famigliare che continua ad essere percepito.
Assegno congedo matrimoniale, quando presentare la domanda con il proprio datore di lavoro
La domanda per l’assegno del congedo matrimoniale deve essere presentata al datore di lavoro alla fine del congedo e non oltre i 60 giorni dal matrimonio. I lavoratori disoccupati così come i richiamati alle armi presento la domanda direttamente all’Inps entro un anno. Per la domanda munitevi di certificato di matrimonio, stato di famiglia con i dati del matrimonio, in alternativa potete chiedere il certificato rilasciato dall’autorità religiosa.